Coronavirus, l’idea del Green pass obbligatorio ovunque: l’ipotesi ventilata da Ricciardi per uscire dalla crisi.
Mentre ancora si continua a discutere sul Green Pass obbligatorio, con i detrattori che non risparmiano polemiche al governo, c’è chi pensa e propone di rendere la certificazione verde obbligatoria… “ovunque“. Per Ricciardi si tratta dell’unico modo per riuscire a superare l’emergenza Covid.
Green pass obbligatorio ‘ovunque’ per uscire dall’emergenza
Intervenuto ai microfoni de la Repubblica, Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, ha dichiarato che il Green pass dovrebbe essere obbligatorio in tutti gli ambienti di vita e di lavoro. L’idea – o almeno l’auspicio – è quella di rendere il Green Pass obbligatorio sostanzialmente ovunque, anche sui trasporti.
“Poiché l’immunità di popolazione con la variante Delta si raggiungerebbe solo con una copertura pressoché totale, al 95%, deve decidere la politica cosa fare. Sarebbe etico proteggere tutti, anche coloro che rischiano di morire perché non si vogliono vaccinare, come vediamo in questi giorni, ma si creerebbero grandi polemiche e non so se avrebbe senso alimentarle. Una ‘spinta gentile’ come quella del Green Pass esteso il più possibile forse in questa fase è più efficace“,sono le parole di Ricciardi.
La polemica tra Confindustria e sindacati
A proposito di Green Pass, prosegue la discussione tra Confindustria, il governo e i sindacati per l’estensione della certificazione verde a lavoro. “Non abbiamo tempo da perdere, non possiamo aspettare la legge. Abbiamo fatto l’accordo sul protocollo della sicurezza nel momento più difficile del Paese, modifichiamo il protocollo e facciamo subito l’introduzione del Green pass. Abbiamo il dovere e la responsabilità di mettere in sicurezza non le mense ma tutti i luoghi di lavoro, come anche la scuola, il futuro del Paese“, sono state le parole di Bonomi.
A Bonomi ha risposto il numero uno della Cisl, il quale ha ricordato che il sindacato si è reso “disponibile ad aggiornare, rafforzare e adeguare i protocolli già il 2 agosto, in occasione di un vertice con il premier Draghi. In quell’occasione abbiamo anche detto al Presidente del Consiglio che avremmo sostenuto un’eventuale legge sull’obbligo vaccinale. Non accettiamo lezioni da nessuno. A Confindustria diciamo di concentrarsi per allargare i punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro e di evitare fughe in avanti con iniziative improvvide e unilaterali, di far rispettare alle proprie associate l’avviso comune contro i licenziamenti. È su questi capitoli che dovremmo lavorare unendo sforzi e risorse, e non gettando benzina sul fuoco“.